Il gruppo ha preso parte alla progettazione preliminare e definitiva per appalto integrato completa (progettazione stradale, strutturale, geotecnica ed impiantistica) dell’opera denominata “Lavori di completamento STRADA EXTRAURBANA SECONDARIA RIETI-TORANO S.R. 578 Tratto da Grotti a Rieti”.
Il tronco stradale in oggetto “Rieti – Villa Grotti” lungo la direttrice Salto-Cicolana, costituisce l’ultima porzione mancante della strada a scorrimento veloce Rieti-Torano, dopo la realizzazione del tratto Torano-Roccamanieri, ultimato nel 1992. L’intervento fa parte della cosiddetta “Dorsale Appenninica”, che costituisce a livello interregionale un’asse longitudinale importante della viabilità secondaria, di supporto al sistema infrastrutturale nazionale; è previsto che corra, infatti, da Terni attraverso Rieti fino a Benevento, passando per Avezzano e Sora, intercettando l’autostrada Roma-L’Aquila-Teramo per poi raggiungere l’autostrada Salerno-Reggio Calabria.
Per gli stessi motivi, l’intervento rappresenta un elemento indispensabile nella struttura dei collegamenti viari a scala provinciale e il suo adeguamento è fondamentale per il miglioramento dell’accessibilità ed il rafforzamento del sistema viario locale, anche in relazione a prospettive di valorizzazione turistica e sviluppo delle attività produttive.
PROGETTAZIONE STRADALE
L’opera è realizzata sulla base delle indicazioni del DM 5 novembre 2001, “Norme funzionali e geometriche per la costruzione delle strade”, In base al quale l’opera rientra fra le strade extraurbane secondarie individuate dalla lettera C.
Nei tratti con rilevati alti, al fine di contenere i possibili cedimenti degli stessi, si sono adottate sezioni con rilevato alleggerito, in particolare parte dello strato di materiale inerte è stato sostituito dal prodotto derivante dalla frantumazione e vagliatura di particolari lave e lapilli vulcanici. Questi materiali sono dotati di elevata porosità (quindi basso peso specifico), irregolarità di forma e superficie e buona resistenza meccanica.
OPERE D’ARTE
Per la particolarità del tracciato e la orografica del luogo, è stato necessario inserire diverse opere di sostegno, quali muri in cemento armato, gettati in opera, sia a “L” che ad “U”, con fondazione a soletta diretta, due scatolari e paratie di pali a grande diametro, oltre a manufatti di attraversamento di viabilità esistenti ovvero di passaggio per mezzi agricoli, sottopassi per il passaggio della fauna.
PONTI
L’opera presenta anche numerose opere d’arte, in particolare sono presenti cinque viadotti. Sono presenti cinque viadotti. Sulla prima parte del tracciato, racchiusa fra la Rotatoria di Ponte Figureto e la Rotatoria Casette, con progressiva 0 sulla Rotatoria Ponte Figureto, sono presenti tre viadotti in acciaio calcestruzzo:
- Viadotto Salto II;
- Viadotto Casette;
- Viadotto Salto III;
Il primo è a campata unica, di luce di 46,00 ml; il secondo presenta invece 5 campate, rispettivamente di luci 30,00+45,00+45,00+45,00+30,00. Il terzo, a via di corsa inferiore, è a campata unica, di luce pari a 71,00 ml.
Sulla seconda parte del tracciato, dopo la Rotatoria Casette, sono presenti altri due viadotti, a via di corsa inferiore, denominati:
- Viadotto Velino I;
- Viadotto Velino II.
Presentano entrambi luce di 71,00ml.
Le spalle e le pile fondano su pali di grande diametro. L’impalcato risulta isolato grazie all’utilizzo di isolatori elastomerici, data la zona sismica dell’opera.
IDRAULICA
Per il drenaggio delle acque di piattaforma lungo il tracciato principale, si è prevista la posa di elementi, posti a margine della strada, costituiti da pozzetti con griglia e successivamente convogliate, tramite apposite tubazioni in PVC e PEAD corrugato, ai presidi idraulici (vasche di prima pioggia), per il trattamento delle acque.
Il sistema di drenaggio dell’asse in progetto prevede il convogliamento dell’acqua di piattaforma ai presidi idraulici di trattamento denominato ‘sistema chiuso’, in quanto permette di ottenere una separazione delle acque meteoriche ricadenti sulla piattaforma autostradale da quelle esterne e garantisce la salvaguardia nei confronti dell’inquinamento corrente.
INGEGNERIA NATURALISTICA
L’opera è rientrata nella casistica che prevede l’espletamento della “verifica di assoggettabilità a VIA” secondo la procedura prevista dal D.lgs 152/06 prima delle modifiche intervenute con il D.lgs 104/2017. Nonostante la procedura permettesse un approccio semplificato nei contenuti è stato condotto uno studio con livello di approfondimento del tutto assimilabile a uno Studio di Impatto Ambientale. Ciò per via della indubbia sensibilità del territorio attraversato dai diversi punti di vista: naturalistico, idrogeologico, paesaggistico ed insediativo.
Consci della delicatezza del tema, il gruppo di lavoro ha quindi impostato tutta l’attività di valutazione ambientale in forma approfondita procedendo secondo l’articolazione degli SIA all’epoca prevista dal DPCM 27/12/88 (oggi abrogato) e quindi secondo i tre quadri di riferimento: programmatico, progettuale ed ambientale. Nell’ambito del SIA è stata integrata anche la Valutazione di Incidenza che si è potuta fermare al livello di screening senza passare alla valutazione appropriata per via del mancato coinvolgimento diretto dei Sito di Interesse Comunitario presente nella zona.
Data la presenza del fiume Salto e di aree boscate lo studio ha fornito tutti gli elementi per la definizione delle misure di mitigazione degli impatti e per l’inserimento ambientale del progetto secondo logiche di rispetto delle visuali e di integrazione con il contesto preesistente che ha visto privilegiare l’utilizzo di specie autoctone ed interventi di ingegneria naturalistica.
MITIGAZIONE AMBIENTALE
L’andamento delle siepi e delle alberature non è rettilineo bensì impostato su apparentemente casuale. In tal modo dopo alcuni anni è impossibile rilevare l’artificialità della distribuzione, dando un effetto del tutto naturale all’inserimento delle specie autoctone; al contempo permettendo l’ottimizzazione della manutenzione nei primi anni, svolta lungo percorsi agevolmente individuabili.